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E' solo una nuova strada |
Quando la strada non asfaltata non è quella sbagliata |
di Tellini Sara - Formazione |
 | tratta da dreamstime.com | Non credo che il cambiamento equivalga sempre ad un miglioramento ma, sicuramente, le trasformazioni possono essere importanti per il nostro essere e per il nostro agire. E questo è quello che vorrei riuscire a vivere sempre di più per me e per gli altri.
Sembrerà strano, ma il fatto stesso di condividere le nostre parole scritte su un monitor, poterle visualizzare e parlarne, confrontarci è stato importante. Le nostre convinzioni, le idee, sono state con-divise e ripercorse da ognuno di noi. Questo è successo durante il corso "Interventi psico-educativi e didattici con disturbi relazionali", tenutosi nell'Ateneo di Roma 4.
È, allora, proprio vero che a scuola, "il luogo della condivisione", è più che mai indispensabile far emergere la comunicazione che implica contatto e collaborazione, allontanando quel senso di autoreferenzialità che è proprio di molte persone ma, più contestualmente, di molti insegnanti. Questo perché ancora si è gelosi del sapere, di ciò che "potrei sapere solo io". Esistono anche vie di mezzo.
Ho compreso che - per dirla con le parole di Victor Hugo - "In ogni cosa, la fiducia che si sa ispirare costituisce la metà del successo. La fiducia che si avverte è l'altra metà". Ho rinforzato la mia convinzione che per fare passi in avanti bisogna perdere l'equilibrio, anche se per poco. Non provare a farli sarebbe un'opportunità mancata. Ho osservato tanto e riflettuto. Le cose possono cambiare e tutto arriva a chi sa attendere e chi sceglie la strada non asfaltata non ha sbagliato, ma ha semplicemente cercato una "nuova strada".
Quando la prof.ssa Ruggiero ha proposto il racconto di un "successo scolastico" mi ha "spiazzato" non perché non avessi cose da raccontare, ma perché ho sempre pensato che le cose si fanno in quanto l'ambiente interiore e quello esteriore lo richiedono, senza che ci sia una domanda esplicita. Eppure la mia carriera sportiva mi ha insegnato che il successo esiste e che può essere mostrato senza paura; invece nella vita professionale e personale ho sempre mantenuto parzialmente silenziosi gli accadimenti positivi relativi a me stessa, mettendo in risalto quelli delle persone e dei contesti intorno, perché questo reputo importante. Durante il corso (e continuerò a farlo) ho imparato che raccontarsi non equivale a "chi si loda si sbroda", ma è un modo per condividere e volersi bene. Proverò, allora, a continuare questo percorso intrapreso.
Porto con me la carta e la penna che avevo all'inizio e adesso anche un pc. La carta ormai è piena di appunti che conserverò e rileggerò. Ma ho preso anche le esperienze e le storie dei miei compagni di viaggio. Mi porto una valigia carica di emozioni, pensieri e parole vecchie, nuove, usate e poco usate che sono spunti per nuovi percorsi.
Ho sentito bussare alla porta della mia testa curiosità che credo sia il direttore d'orchestra del processo di apprendimento, la voglia di sperimentare, di mettermi in gioco e incontrarmi con gli altri per trovare idee e punti di vista diversi.
I concetti di empatia e di reciprocità mi interessano molto e ho intenzione di approfondirli sia teoricamente che praticamente, perché credo che siano elementi di una bilancia che necessitano di equilibrio e, spesso, tra le persone, per forza di cose, sono dosati in maniera diversa. Mi rendo conto che l'accettazione con assenza di giudizio, ma con un profondo interscambio relazionale, è un percorso ad ostacoli, ma nel viaggio di scoperta è sempre importante chi incontriamo.
Sara Tellini, docente di Scienze motorie e sportive, IIS "Via Sarandì", Roma
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