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Creare il copione. Un gioco... da ragazzi!!! |
La preparazione di uno spettacolo, dalla sceneggiatura alla regia |
di Traversetti Marianna - Didattica Laboratoriale >>> Percorsi laboratoriali |
Il teatro è sangue! Questo è l'imperativo che tutti gli operatori teatrali (anche quelli della scuola) devono accettare e condividere prima ancora di incominciare la preparazione di una messa in scena, dalla più semplice alla più articolata nel suo genere. Fare teatro significa percorrere una strada tanto tortuosa quanto affascinante e frivola che traccia le sue orbite a passi multipli e diversificati, lasciando una scia di interrogativi, tentativi e prove estenuanti che, quanto più si prestano a svariate soluzioni, tanto più disegnano quesiti registici intriganti e colpevoli... rei di far profondere un impegno incessante, un'energia fisica talvolta al limite dell'eccesso e una capacità di voler riuscire a tutti i costi propria solo di chi è capace di ironizzare se stesso e fondersi , con abiti nuovi e avulsi da lui, tra personaggi di ogni tipo e contesti dagli sviluppi a volte interessanti, altri del tutto "teatralmente" paradossali. Scrivere storie per uno spettacolo teatrale ha un senso se la costruzione di esse è demandata, anche se solo in piccola parte (come può avvenire all'inizio di un percorso laboratoriale), agli attori che dovranno recitarla. Nessun bambino o ragazzo è interessato ad imparare a memoria un copione se non ha messo "qualcosa di suo" nella sceneggiatura, fosse anche un'indicazione registica, un suggerimento per l'ambientazione scenografica, meglio ancora un contributo prezioso nella stesura della trama. Il testo originario può essere già scritto e fare le veci di un canovaccio intorno al quale inventare, scrivere, descrivere, si può basare su una poesia già letta, o su un articolo, o su una pubblicità intrigante, ma deve comunque, per essere all'attenzione motivata dell'alunno, prestarsi ad essere modificato, ampliato, arricchito o stravolto addirittura.
Un'insegnante di scuola, un'insegnante di teatro?scuola, di teatro didattico come me trae carica vitale proprio dalla caratteristica più stimolante dei laboratori teatrali: quella della modificabilità in essere, vale a dire di quell'opportunità di creare sul plasmabile, di destrutturare una realtà precostituita, di abbattere e ricostruire un'impalcatura testuale, di divertirsi a cambiare i connotati fisici e caratteriali dei personaggi, di tentare più soluzioni senza accontentarsi di ciò che appare più evidente e scontato, di scoprire i talenti o semplicemente le possibilità artistiche, ma anche cognitive e strutturali di quei bambini che, ad una valutazione immediata e sommaria, dunque assolutamente superficiale, sono poco avvezzi all'arte del decantare e dell'esibire.
La stesura del copione è, allora, il primo obiettivo da programmare nell'ambito di un laboratorio di teatro. Si tratta della metodologia che anche Giampaolo Spinato ( autore e narratore, docente dei corsi Master di scrittura teatrale presso l'Outis, Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea) ha suggerito: Il testo prima del teatro, il testo del teatro, il teatro del testo. Infatti, nella prospettiva didattica esplicitata nel mio articolo sul primo numero ("Il musical a scuola"), il copione non è solo un contenitore di battute articolate in base a discorsi diretti e indiretti, ma un vero e proprio strumento di lavoro per gli insegnanti ed un irrinunciabile esercizio formativo da proporre ai ragazzi.
Il modello di scrittura proppiano si presta in modo particolare all'invenzione di storie e copioni in cui la fantasia e la creatività di insegnanti ed alunni può sfaccettarsi in vari aspetti, dando forma a sceneggiature avvicenti e ricche di suspence.
E' un'opera didattica ambiziosa perché richiede molta attenzione da parte dei ragazzi e di chi li coordina nella stesura della trama, soprattutto nel contenuto degli snodi narrativi fondamentali per lo sviluppo dell'intreccio : è questo il lavoro più complesso che andrà sostenuto dall'azione cooperativa, strategia questa irrinunciabile che è alla base della preparazione di qualsiasi performance teatrale.
La richiesta di utilizzare lo schema di Propp non deve , però, essere coercitiva e assolutamente vincolante: il rischio è che gli allievi, preoccupati di muoversi all'interno di uno schematismo essenziale, perdano il nodus logico del racconto dal punto di vista contenutistico.
Parallelamente, è necessario che essi, come sopra accennavo, non eludano loro stessi: il bambino scrittore deve sentire le sue ragioni, cogliere le motivazioni consequenziali di ciò che scrive, trovare il calore della scrittura creativa. Così, mettendo al bando la stesura di una narrazione come freddo e distaccato esercizio scolastico, l'alunno si avvicina e comprende passo dopo passo la struttura della sceneggiatura come risultato del suo ingegno fino a capire che...Il teatro è sangue!
Marianna Traversetti Docente 196° circolo Didattico Via Perazzi - Roma
In allegato:
Scheda progettuale
Il testo e il teatro
V.J.Propp e le carte delle funzioni
Scrivere una sceneggiatura attraverso l'uso del modello di Propp
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