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Da un piccolo "Germoglio" una bellissima esperienza. |
Sperimentare, capire e conoscere attraverso le nostre mani. |
di Agolino Simona Loretta - Didattica Laboratoriale |
Anche quest'anno con i miei piccoli cuccioli di prima elementare ho provato una piccola fantastica impresa. Cercavo il più possibile di farli avvicinare allo studio della nuova materia, le "scienze", senza paura e ho cominciato dalla realtà che tutti i giorni li circonda. Allora ho chiesto dei semplici materiali, una bottiglia di plastica, semi e terra e naturalmente tanta voglia di scoprire ........... ed ecco il piccolo nostro orto in classe. Ho osservato quanto loro fossero felici nel mettere le loro mani nella terra e quanto ogni giorno chiedessero quanto tempo occorreva affinché la piantina nascesse, la voglia di vedere una nuova vita era stupefacente. Ho spiegato che le piante sono davvero esseri viventi e che nascono dai semi che spesso mangiamo.
Abbiamo seminato dei semi di fagiolo, lenticchia e pomodori, li abbiamo messi alla luce vicino alla finestra e li abbiamo bagnati. E' stato incredibile arrivare una mattina e vedere le piantine che spuntavano e che crescevano ogni giorno sempre di più e si aprivano le foglie. Abbiamo fatto tante foto... che emozione quando le piante dei fagioli hanno messo i fiori e anche i frutti!.
Coltivare un orto, sentire, toccare e annusare i frutti della terra sono esperienze che ci ricongiungono non solo alle basi del cibo, ma alle basi della vita stessa. Nell'orto si vede nascere, crescere, fiorire, maturare e morire... e poi ancora nascere.
Si tocca con mano il ciclo della vita e si diventa consapevoli di come anche noi facciamo parte di questa rete di vita, di ciò che curiamo, di ciò che facciamo crescere, acquista per noi un significato e un valore maggiore. Così come l'insalata seminata, innaffiata, raccolta, diventa più appetitosa e gustosa, la nostra verdura ha un sapore diverso, un profumo diverso.
Coltivare un orto a scuola significa imparare a "rallentare". Già rallentare, in una società frenetica, dove i tempi sono sempre serrati, la natura ci insegna sempre che bisogna aspettare per vedere i frutti e bisogna prendersene cura per vedere i risultati.
È un'esperienza altamente educativa.
Seminare e coltivare frutta e ortaggi sono attività che mettono a frutto le abilità manuali, le conoscenze scientifiche, lo sviluppo del pensiero logico-interdipendente; ma significa soprattutto attenzione ai tempi dell'attesa, pazienza, maturazione di capacità previsionali.
Lavorare con la terra aiuta i ragazzi a riflettere sulle proprie storie locali e familiari. La maggior parte degli studenti italiani ha sicuramente un papà, un nonno o un bisnonno che ha o che ha avuto a che fare con la coltivazione della terra.
Nell'orto i ragazzi uniscono "teoria e pratica", cioè il pensare, il ragionare con il progettare e il fare. In un orto s'imparano i modi, i momenti adatti per seminare. Prima di far questo si deve preparare e concimare il terreno. È necessario poi seguire con cura i prodotti attendendo ai bisogni d'acqua e al controllo dei parassiti. Si possono conoscere infine le combinazioni e le rotazioni giuste fra le varie piante. Il mestiere dei campi, quello dell'agricoltore, del coltivatore, è uno dei mestieri più difficili al mondo, che richiede grandi abilità, esperienze e competenze multiple.
Coltivare è il gesto più antico, forse il primo che ha consentito di parlare di civiltà. Coltivare un orto a scuola è coltivare prima di tutto dei saperi.
Saperi che hanno a che fare con i piccoli gesti di ogni giorno, con un apprendimento esperienziale che le generazioni più giovani non sempre hanno modo di sperimentare.Coltivare vuol dire avere a che fare con un essere vivente, una realtà che va di là della certezza della soluzione, propria di un'equazione matematica.
"Coltivare a scuola è un modo per imparare". Imparare a conoscere gli esseri viventi, il funzionamento di una comunità, l'importanza dei beni collettivi e dei saperi altrui.
Saperi di altre generazioni e di altri popoli. Coltivare l'orto a scuola è un'attività interdisciplinare adattabile ad ogni età, un'occasione di crescita in cui si supera la divisione tra insegnante e allievo e si impara condividendo gesti, scelte e nozioni, oltre che metodo..
L'approccio dei bambini con la terra, in questi anni in cui l'infanzia subisce una forte influenza da parte delle tecnologie (telefonini, play station, videogiochi, computer, ecc), è fondamentale per riproporre un contatto con una dimensione più sana e naturale.
In quest'ottica i benefici che i bambini possono trarre da tale esperienza sono molteplici:
? Migliora la manualità fine;
? Favorisce lo sviluppo della pazienza e l'accettazione di svolgere ruoli o lavori insieme;
? Sviluppa e diffonde la cultura di un rispettoso rapporto tra uomo, natura e ambiente;
? Influisce positivamente sulla comprensione del valore del cibo e del lavoro necessario per crearlo;
? Promuove un'efficace collaborazione tra scuola famiglia e territorio;
? Stimola rapporti intergenerazionali e la riscoperta delle risorse della civiltà contadina.
Ho cercato come obiettivi di utilizzare una modalità di apprendimento attivo, imparare facendo cioè:
? Acquisire e applicare il metodo scientifico sperimentale nel lavoro di ricerca;
? Partecipare con senso di responsabilità ad un progetto comune;
? Sviluppare la curiosità e l'abitudine all'osservazione dei fenomeni naturali;
? Creare un rapporto positivo con l'elemento terra;
? Scoprire i legami tra sole, terra e ortaggi.
E' stata una bellissima esperienza, educativa e formativa in ogni fase, credo che i piccoli semi che abbiamo piantato non abbiano dato solo frutti in senso materiale ma anche, e soprattutto, un'esperienza di vita.
Simona Loretta Agolino, giurista, docente I.C."2 Ottobre 1870",piazza Borgoncini Duca Roma.
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