di Traversetti Marianna - Organizzazione Scolastica
Insegnante curricolare o di sostegno?
Tutte e due, grazie!
Si impara ad insegnare... insegnando agli allievi con bisogni educativi speciali
Cosa mi "porto a casa" da questo anno scolastico? Sicuramente molto cose, alcune delle quali assai negative, di quelle che non vorresti che accadessero in un posto elettivo quale è la scuola, altre molto positive che nutrono le insegnanti di quella forma di consapevolezza e di entusiasmo che permette loro di continuare ad andare avanti nel percorso di insegnamento, al di là di tutte le nefandezze politiche, ministeriali e sociali che abitano le istituzioni scolastiche.
Senz'altro ciò che più si fa evidente ai miei occhi da qualche tempo a questa parte e che, proprio in questo anno scolastico, si fa più sentire in me è la scoperta di quanto gli allievi con difficoltà di apprendimento siano portatori di un'unicità incredibile: quella di produrre, in senso pedagogicamente euristico, un cambiamento straordinario nell'azione didattica ed educativa dell'insegnante.
Molto spesso, infatti, si pensa che la didattica per gli alunni con bisogni educativi speciali sia cosa a se stante, sia altro dalla didattica quella vera, quella di tutti i giorni, quella per tutta la classe. Non c'è niente di più sbagliato. Solo chi insegna ai bambini in difficoltà, sia nel ruolo di docente curricolare sia di sostegno, possiede le competenze specifiche e generiche nel contempo che aprono la via a qualsiasi tipo di insegnamento, a quello per tutti, essenzialmente. L'insegnante che si interroga, si forma, riflette e sbatte il muso su proposte mirate a specifiche disabilità o necessità o difficoltà riesce ad amplia il suo bagaglio conoscitivo, in termini di operatività con gli studenti, e costruisce da sé un'impalcatura salda, stabile e dinamica contemporaneamente, che sostiene tutte le strategie metodologiche che possono essere messe in campo nel processo dell'insegnare e dell'apprendere....
È un'insegnante di serie A, di quelli che lasciano il segno, di quelli che non si scordano, di quelli che, a volte, sono "ingombranti" ma determinati per aiutare le persone a crescere. E solo chi comprende la necessità, da docente curricolare o di sostegno che sia, di dover partire dai bambini in difficoltà per arrivare ad una competenza didattica di qualità e per raggiungere "tutte le teste", allora si dispone nelle condizioni ottimali per insegnare. Eh sì, perché non sempre ci si pone nelle condizioni ottimali. Non sempre si insegna. Non sempre si insegna bene.
Un monito per l'estate è, allora, quello di ricercare nel proprio patrimonio professionale quegli aspetti che bisogna buttare al largo , per dimenticarli e non averne nemmeno un ricordo che, inconsciamente, possa ritornare alla ribalta; e quelli, invece, che bisogna andare a raccogliere, con la maschera della consapevolezza e le pinne della meraviglia, in fondo al mare, per poi portarli su, in superficie, avvicinandoli pian piano alla riva, accompagnandoli con cura e dedizione, sapendo che, una volta giunti in terraferma, saranno i nostri tesori di conoscenze, di valori, di competenze, di aspettative e di credi pedagogici che custodiremo gelosamente, per sfruttarne la loro preziosità in tutte le occasioni in cui vorremo sfoggiarli mettendoli al servizio degli altri e, soprattutto, degli alunni.
Marianna Traversetti, docente scuola primaria IC Perazzi - Roma