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Leggere in classe |
Come riflettere insieme su alcune difficoltà nella lettura |
di Rossini Simonetta - Didattica Laboratoriale >>> Percorsi laboratoriali |
Lo scorso anno le mie classi seconde erano in grado di attribuirsi i voti nella lettura in modo decisamente obiettivo. Per meritare un 10 bisognava leggere secondo dei parametri condivisi da tutto il gruppo classe: riconoscere tutte le parole (anche quelle con i pezzi difficili), rispettare la punteggiatura, usare un tono di voce udibile e anche accattivante e via di seguito.
L'altro giorno, durante la lettura ad alta voce, un bambino ha manifestato una partecipazione non adeguata all'attività, non stava " funzionando" al meglio. Invitato a riflettere sul suo atteggiamento, ha detto di non sentirsi "dentro" al gioco perché non si sentiva capace: in quel momento non riusciva a comprendere quanto stava leggendo.
Ottima occasione quindi per far parlare i bambini delle difficoltà più diffuse che incontrano nella lettura.
Non scendo nei particolari ma vi assicuro che queste discussioni sono meravigliose: conducendo bene il gioco porti gli alunni ad assumere un ruolo critico, attento, consapevole.
Sono emersi tre ordini di problemi e di conseguenza tre spunti di riflessione per risolverli.
1. non riesco a leggere tutte le parole contenenti pezzi difficili. Cosa fare allora? Esercitarsi di più, insistere con le altre parole con la stessa difficoltà ed esercitare la memoria. Che significa? Vuol dire che le esperienze di lettura fatte vengono memorizzate e quindi la maggior parte delle parole vengono "riconosciute" dalla nostra mente nel momento stesso in cui le rileggiamo: CASA è un'esperienza di lettura acquisita e pertanto immediatamente riconosciuta.
2. leggo a voce alta, bene, ma non capisco completamente quello che leggo. E' vero, può capitare ma esistono due livelli di lettura. Il primo riguarda una lettura "di stile" fatta secondo i parametri sopra indicati; il secondo riguarda una lettura "per capire" che può avvenire con tempi e modalità diverse. Si può leggere in silenzio, si può tornare indietro, si può leggere più volte la stessa parola o la stessa frase. Si tratta di due momenti distinti: un bambino di terza elementare o si concentra per leggere bene o si concentra per capire. Ha bisogno di crescere ancora per fare tutte e due le cose insieme.
3. non conosco proprio il significato di alcune parole. Si tratta di un limite diffuso. Il lessico deve ampliarsi, il linguaggio arricchirsi. Letture adeguate quindi ma anche conversazioni, discussioni attraverso termini propri dei diversi linguaggi e adeguati richiami ad esperienze possibili e concrete.
Per l'insegnante è necessario e doveroso rivolgersi al bambino come mediatore culturale lasciando da parte un antiquato quanto desueto "bambinese".
Rossini Simonetta, Docente I.C. Via Perazzi 46 - Roma
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