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Obiettivo: tenerli dentro |
Programmare per "alunni difficili" |
di Ruggiero Patrizia - Organizzazione Scolastica |
A volte non si può fare altro.
Anche quando siamo esasperati che vorremmo solo "sbatterli fuori".
Quando ci fanno sgolare e ci provocano fino all'esaurimento, anche allora il nostro obiettivo non può essere che tenerli dentro.
Non siamo giudici, né educatori, né genitori e ...neanche insegnanti, siamo in ZONA EMERGENZA.
Dobbiamo uscire da tutti i ruoli per giocare ogni carta possibile e concentrarci su quell'unico obiettivo: tenerli dentro.
È importante per me avere questa consapevolezza e ripetermela ancora perché non mi sfugga.
Mi aiuta e mi consente di rimanere ferma, come un ancoraggio in una tempesta.
Mi dà chiarezza su come mi debbo muovere, sul tipo di armatura che devo indossare, come DIVENTARE DI GOMMA, impermeabile.
Capire che il comportamento di disturbo non è rivolto a me "e che so pasquale!!" , immaginare quale situazione triste ha vissuto quella mattina , con chi ha litigato , ...che cosa sta passando.
Non so come, ma quest'anno anche dietro ragazzini che sembrano "normali", ci sono situazioni limite.
Per non parlare appunto di quelli "problematici": storie che solo a sentirle ci fanno accapponare la pelle.
Figuriamoci come se le può vivere un bambino!
È come avere una scala di priorità che dirige il tuo modo di operare, ma che non esclude altre azioni: continuiamo a chiedere di portare i libri, i quaderni, di fare i compiti, di rispettare le regole, continuiamo ad insegnargli mate... ita ..
E contemporaneamente abbiamo un limite che ci orienta su come fermarci e dove insistere.
È importante che questo obiettivo sia CONDIVISO TRA I COLLEGHI -questa parola, anche se strausata, non mi sembra che abbia ancora preso forma-. Non dico che deve essere per forza l'obiettivo di tutti, ma che almeno ognuno sappia quale è il proprio obiettivo reale rispetto a quel ragazzo, se ne prenda la responsabilità e almeno conosca quello dei colleghi .
Sarebbe bello essere in tanti ad avere un obiettivo comune, essere un vero gruppo! SOSTENERSI. INCORAGGIARSI. SPRONARSI. Anche se un giorno qualcuno perde la pazienza più di un altro, gli altri possono avere la capacità di non farsi trascinare e tenere duro. Come una cordata.
Oltre agli sforzi enormi che facciamo noi, frontalmente con ciascuno di loro, a volte, c'è un'altra condizione che è più importante ancora per tenerli dentro: l'accettazione da parte dei compagni.
La risposta al BISOGNO DI APPARTENENZA è una grande forza collante che dobbiamo promuovere o sostenere.
Perché il rischio più grosso è perderli.
Patrizia Ruggiero, Docente di sostegno, SMS Fellini - Roma
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