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Un contemporaneo di nome Montaigne |
Tempi e bisogni degli alunni |
di De Marino Francesca - Emergenza scuola |
In tempi di riforme e di novità che non costituiscono alcun motivo di merito, giacché proprio come novità si presentano idee assurde e ridicole, ho ritrovato in pagine illuminanti il conforto di insegnamenti preziosi:
la capacità dell'insegnante di rispettare i tempi e i bisogni degli alunni è proposta con forza e rara lucidità anche da un saggista-filosofo come Montaigne, che nei suoi "Essais" si può dire abbia posto le basi del pensiero moderno per quanto riguarda la libertà di pensiero e la tolleranza nei confronti della diversità.
Nelle parti dedicate all'educazione, intitolati rispettivamente "Della pedagogia" e "Dell'educazione dei fanciulli", un interesse costante è rivolto
? all'ascolto "non si smette mai di blaterare nei nostri orecchi come si versa in un imbuto",
? al valore dato all'esperienza "tutto quello che si presenta ai nostri occhi serva sufficientemente da libro",
? all'elaborazione autonoma delle nozioni "Le api saccheggiano i fiori qua e là, ma poi ne fanno il miele, che è tutto loro; non è più timo né maggiorana...",
? al confronto con usi e costumi diversi "per sfregare e limare il nostro cervello contro quello degli altri",
? all'importanza di una relazione armoniosa fra mente e corpo "Non è un'anima, non è un corpo che si educa: è un uomo, non bisogna dividerlo in due"
per concludere che la scienza nasce dal desiderio e dall'amore e per far bene, "bisogna non solo riporla in sé, bisogna sposarla".
Ma è soprattutto il matrimonio fra pensieri e sentimenti, che trova un primo fertile terreno nell'esperienza educativa quando la scuola riesce realmente ad essere occasione di domande e non gabbia costrittiva di risposte o, come la definisce Montaigne, "un vero carcere di gioventù prigioniera".
Francesca De Marino Docente 164° Circolo Didattico "E.Chiovini" - Roma
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